Paul Krugman a Padova: ripensare la ricchezza urbana e l’architettura per il benessere umano

Paul Krugman a Padova: ripensare la ricchezza urbana e l’architettura per il benessere umano

Venerdì 4 aprile, l’Università di Padova ha ospitato un importante simposio internazionale intitolato “La ricchezza delle nazioni e il ruolo dell’architettura per un’economia urbana orientata al benessere umano”, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC). L’evento ha visto la partecipazione del premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, che ha tenuto una lectio magistralis di grande impatto e attualità.

Un’apertura istituzionale ponderata

Il simposio si è aperto con i saluti istituzionali di figure di rilievo del mondo accademico e politico: Antonio Parbonetti (Prorettore dell’Università di Padova), Paola Valbonesi (Direttrice del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno”), Andrea Micalizzi (Vicesindaco di Padova) e Roberto Righetto (Presidente di FOAV e dell’Ordine degli Architetti di Padova). A seguire, l’intervento di apertura del Presidente del CNAPPC, Massimo Crusi, e un contributo del Senatore della Repubblica Roberto Rosso, relatore della nuova Legge sulla Rigenerazione Urbana.

Paul Krugman: “Città stabili, nazioni stabili”

Alle ore 15:15, Paul Krugman è intervenuto con una lectio dal titolo “Sulla stabilità dei deplorevoli”, nella quale ha analizzato le strutture economiche che possono sia alimentare le disuguaglianze urbane sia sbloccare una crescita inclusiva. Krugman ha sottolineato l’urgenza di una pianificazione urbana che metta al centro dello sviluppo economico la dignità umana, l’accessibilità e la resilienza locale.

Le sfide urbane e le visioni per il futuro

La prima sessione tematica, tenuta da Catherine Gall (Direttrice esecutiva di ETI Research, Sorbona Parigi), ha affrontato le problematiche attuali della vita urbana e della governance:

  • Carlos Moreno (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne) ha illustrato il concetto di prossimità come pilastro per città sostenibili e inclusive.
  • Karima Kourtit (Open University, Paesi Bassi) ha riflettuto sui legami emotivi e sociali che plasmano le città in tempi di crisi.

Dopo una breve pausa, ha preso avvio la seconda sessione dal titolo “Che tipo di città vogliamo abitare?”, caratterizzata da una serie di interventi stimolanti:

  • Philippe Rahm (Philippe Rahm Architects) ha presentato un interessante caso di architettura bioclimatica.
  • Robin Wells (Princeton University) ha approfondito i principi dell’equità urbana.
  • Roberto Antonietti e Peter Nijkamp hanno offerto spunti su città dimenticate, resilienza climatica e sul ruolo globale delle politiche locali.
  • Le riflessioni conclusive sono state affidate a Giuseppe Cappochin, ex Presidente del CNAPPC.

Un forum di grande impatto

Con oltre cento partecipanti in presenza e una vasta platea online, l’evento ha rappresentato un momento significativo nel dibattito in evoluzione sull’urbanistica sostenibile e centrata sull’essere umano. È emerso con forza che architettura, economia e politica devono agire in sinergia per costruire città resilienti, inclusive e pensate per la vita quotidiana.

“Non può esserci vera prosperità senza giustizia urbana”, ha ricordato Krugman al pubblico — un messaggio che ha trovato il favore di architetti, pianificatori e leader civici.

Il simposio ha ribadito il ruolo dell’Italia come punto di riferimento nel processo di trasformazione urbana globale, sottolineando l’urgenza di porre il benessere umano al centro del progetto della città.

Esteri: le iniziative internazionali del CNAPPC

Esteri: le iniziative internazionali del CNAPPC

Numerose a novembre 2024 le iniziative che hanno visto il CNAPPC protagonista di importanti presenze all’estero.
All’inizio del mese l’evento “Exploring Proximity – for the future of urban and territorial development”, che si è tenuto al Cairo nell’ambito del dodicesimo World Urban Forum, organizzato da UN-Habitat e al quale sono intervenuti il Presidente del CNAPPC, Massimo Crusi, e il Consigliere Giuseppe Cappochin, ha rappresentato un’occasione per la presentazione della pubblicazione “L’Italia di Prossimità: Il futuro della pianificazione urbana e territoriale”.
Attraverso la pubblicazione, curata dal Comitato Scientifico del Consiglio Nazionale con la Direzione Scientifica del Professor Carlos Moreno, ideatore del modello della “Città dei 15 minuti”, è stata illustrata di fronte ad una platea internazionale la sfida degli Architetti PPC per realizzare nelle nostre città una visione di rigenerazione urbana, immaginando altri modi di vivere, di spostarsi e di lavorare, fondata su paradigmi innovativi del governo del territorio che abbiano al loro centro il principio “prossimità sostenibile”.
La partecipazione al Forum internazionale dell’UIA, che si è tenuto a Kuala Lampur e che è stato centrato sul tema “DIVERSECITY”, ha consentito al Presidente del CNAPPC e ai Consiglieri Lilia Cannarella, Marcello Rossi e Diego Zoppi di prendere parte ad un dialogo collettivo sul ruolo, a livello globale, degli architetti negli attuali contesti economici, sociali e ambientali nella consapevolezza dell’importanza del “punto di vista” dell’architettura, dell’urbanistica e del design.
Prendendo Kuala Lumpur come punto di partenza, come città asiatica multiculturale attraverso la lente dell’identità culturale, il Forum ha cercato una lettura aggiornata della nozione di identità culturale che ha guadagnato visibilità ed espressione con l’avvento del modernismo e l’inizio di una cultura globalizzata della comunicazione architettonica nel ventesimo secolo.
Dopo il Forum si è svolta l’Assemblea generale dell’UIA che ha posto per 2 giorni all’attenzione dell’Assemblea dei Delegati molti temi inerenti la nuova Governance di questo importante organismo internazionale.
Il CNAPPC ha anche portato il proprio contributo anche alla Conferenza Europea “New European Bauhaus: Heritage & Trasformation” organizzata da ACE-CAE con Europa Nostra, European Heritage Hub e altre Associazioni.
A Cracovia il Consigliere Diego Zoppi è intervenuto su “Innovazione per la città e l’edilizia storica ovvero quale rapporto tra tecnologia e città storica, quale rapporto tra nuove tecnologie e restauro dei manufatti storici”. Un tema, questo, che risulta particolarmente delicato poiché a livello urbano, i centri storici sono spesso soggetti a utilizzi monofunzionali in funzione ludico-turistica, frutto di strumenti di comunicazione di massa che hanno ridotto l’aspetto urbano a favore di quello mercificatorio. Tutto ciò mentre il patrimonio edilizio storico, realizzato con tecnologie e logiche lontane dal nostro operare contemporaneo, rischia di subire profonde mutilazioni e semplificazioni se approcciato con le logiche contemporanee organizzate intorno ai nuovi strumenti digitali, sistemi di intervento sempre più industrializzati e standardizzati.
A questo proposito va sottolineato che il nostro Paese è universalmente riconosciuto come scuola di riferimento culturale nell’approccio alla conservazione e valorizzazione dei manufatti storici nonché alla loro integrazione con la città contemporanea per assicurare loro oltre al valore testimoniale, quello identitario delle nostre città.